Coronavirus, dal 15 giugno riaprono le frontiere dell’Unione europea. E l’Italia confida nel turismo per rimettere in moto l’economia.
Dal 15 giugno l’Unione europea riapre i confini interni, abbattendo di fatto le frontiere interne all’Ue. Salvo rare eccezioni, legate alla situazione epidemiologica locale, il 15/06 rappresenta, come anticipato da Luigi Di Maio, una sorta di D-Day per il turismo.
Coronavirus, dal 15 giugno riaprono le frontiere dell’Unione europea
L’appello della Commissione europea a riaprire i confini interni all’Ue il 15 giugno è stato accolto da quasi tutti i paesi. Cadono le restrizioni per chi sposta da e per Francia, Germania, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Repubblica Ceca, Polonia, Portogallo, Svizzera. l’Austria rimanda la riapertura con l’Italia di ventiquattro ore, posticipando il via libera al 16 giugno. Porte aperte anche per gli italiani in Grecia, che si dovranno sottoporre però a un test rapido. In caso di positività si procederà con un periodo di quarantena di quattordici giorni.
Per ulteriori informazioni si consiglia di consultare il sito http://www.viaggiaresicuri.it/ della Farnesina.
Le eccezioni
Restano chiuse fino al 21 giugno le frontiere della Spagna, che apre in ritardo ai paesi dell’area Schengen. Tra le eccezioni c’è anche a Gran Bretagna, dove resta la quarantena di quattordici giorni.
L’Italia confida nel turismo
Dal 15 giugno l’Italia spera ovviamente nel turismo. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio si è battuto nel tentativo di salvare la stagione estiva e va detto che in un primo momento è stato costretto a muoversi in un contesto difficile, poco coeso. La Farnesina è riuscita a migliorare la situazione con un buon lavoro diplomatico e con la collaborazione della Commissione europea.
Come facilmente comprensibile, la stagione estiva rappresenta un tassello fondamentale nel percorso di rilancio del Paese. Il turismo potrebbe anche solo parzialmente rimettere in moto l’economia locale, il settore della ristorazione, ad esempio, oltre che ovviamente il settore alberghiero, duramente colpito dall’emergenza coronavirus e dal lockdown.